Il 21 e 22 aprile il centro storico di Giulianova diverrà il set del docufilm su Gaetano Braga (Giulianova, 1829 – Milano, 1907), insigne violoncellista e compositore abruzzese, concertista di fama internazionale. Dopo 107 anni dalla morte del maestro Braga, un giovane discendente viene a conoscenza di una leggenda tramandata da generazioni nella sua famiglia; secondo questa storia, Gaetano Braga avrebbe lasciato in eredità un contributo economico per quel discendente che avesse desiderato accostarsi al violoncello. Giuliano Braga, regista del documentario e discendente diretto dell’artista, convinto di avere gli stessi codici genetici del suo avo, intraprenderà un viaggio per apprendere il violoncello ed evocare il Maestro, toccando varie città d’Italia, tra cui Napoli, Milano, Roma, Giulianova e Teramo. In particolare, in Abruzzo il regista si concentrerà nell’esplorare l’infanzia di Braga e i racconti che l’illustre violoncellista trascriveva nelle sue memorie, relativamente all’identità del suo luogo d’origine. La stessa storica festa della Madonna dello Splendore di Giulianova sarà punto di partenza del documentario: la solenne processione del 22 aprile verrà ripresa dalle finestre della casa natale e narrata con le parole del Maestro. Il 21 aprile invece Palazzo Bindi, residenza di uno dei più grandi estimatori e amici di Braga, Vincenzo Bindi, ospiterà l’intervista al Maestro Antonio Piovano, pianista, direttore d’orchestra e musicologo degli artisti abruzzesi.
“L’idea di realizzare questo documentario – dichiara il regista – nasce dai miei ricordi d’infanzia, quando mio padre mi raccontava delle gesta quasi mitiche di questo musicista, e si è iniziata a concretizzare alla mia prima visita nella casa di Braga a Giulianova in occasione del centenario della morte, organizzato dall’ Associazione culturale “Gaetano Braga”. L’energia che ho provato attraversando non solo le stanze della casa, ma soprattutto le vie del centro cittadino, mi hanno convinto a realizzare questa storia. Si tratta di un documentario che non solo vuole ripercorrere la vita del Maestro Braga, ma intende far riflettere sulla spietatezza del tempo, che con le sue sabbie ricopre ogni cosa, e sulla necessità di mantenere viva la nostra storia e le nostre tradizioni, celebrando quelle persone che hanno dedicato la propria arte, i propri studi e la propria vita per mantenerla viva”.